Nottue defogliatrici su soia

Le infestazioni dei lepidotteri si sono manifestate in particolare in molte coltivazioni della media e alta pianura friulana.

Di seguito si riportano alcune considerazioni in merito alle infestazioni di nottue che hanno in varia misura interessato le coltivazioni di secondo raccolto di soia di buona parte della pianura friulana, nell'estate 2007.

 

Le infestazioni delle coltivazioni di soia accertate nell’estate 2007 sono riconducibili sostanzialmente ai lepidotteri nottuidi Helicoverpa (=Heliothis) armigera e, verosimilmente in minore misura, a Pyrrhia umbra 

Helicoverpa armigera è un nottuide ampiamente diffuso in quasi tutto il mondo, ad eccezione delle Americhe. È ampiamente polifago, ma è noto per arrecare consistenti danni alle coltivazioni di mais e di cotone e, soprattutto nelle aree mediterranee, di pomodoro, carciofo, cucurbitacee e svariate piante da fiore. In Italia l’insetto è già stato segnalato per diverse aree, con particolare riferimento per quelle meridionali. In regione, adulti della specie sono stati osservati anche in ambiti naturali, sia in pianura sia in aree montane, almeno fino a 1000 m di altitudine ed è già noto per infestazioni a danno di coltivazioni di mais, dove le ultime generazioni si sviluppano soprattutto a danno delle spighe.

La specie è elencata nell’allegato I, parte A, sez. II del Dlgs 214/2005 tra gli organismi nocivi di cui sia nota la presenza nel territorio Comunitario e che rivestono importanza per tutta la Comunità. È da rilevare però che l’allegato IV della medesima norma, che stabilisce i requisiti necessari per il rispetto della quarantena vegetale, riferisce la specie solamente in relazione alle possibili infestazioni a carico di piante ornamentali da vaso fiorito dei generi Dendranthema (crisantemi), Dianthus (garofani) e Pelargonium (gerani), nulla prevedendo per le coltivazioni in pieno campo.

Pur rimanendo accentuata l’attenzione richiesta nei confronti del parassita, data la sua ampia diffusione in Italia, non è possibile implementare alcun tentativo di eradicazione. Ciò anche perché in relazione all’assenza di specifico provvedimento di lotta obbligatoria nazionale.

 

Pyrrhia umbra è affine a Helicoverpa armigera, appartenendo alla medesima sottofamiglia (Heliothiinae).

Questo insetto risulta essere ampiamente diffuso in tutta Europa e in gran parte dell’Asia, fino al Giappone, con segnalazioni che riguardano anche il Nord America (Canada). È ampiamente polifago, potendosi sviluppare a carico di diverse specie coltivate e spontanee, fra le quali la rosa, il pomodoro, il tabacco e la soia, dove compie erosioni sui tessuti verdi e sui fiori delle piante. Su soia in particolare è in grado di arrecare danni sui baccelli in fase di sviluppo.

La specie è già da tempo segnalata in Regione. Alle nostre latitudini, l’insetto è in grado di compiere una o due generazioni all’anno, con svernamento nel terreno allo stadio di crisalide. I voli si registrano in media tra maggio e luglio ed eventualmente anche a fine agosto-settembre. I danni attribuiti a tale lepidottero sono sporadici e occasionali, in funzione dell’andamento climatico e della dinamica dei flussi migratori degli adulti. Sono pertanto imprevedibili e possono essere più o meno marcati in funzione della presenza di colture appetite dalle giovani larve. Diversamente da Helicoverpa armigera, Pyrrhia umbra non compare nelle liste di quarantena dell’Unione Europea, anche perché le infestazioni alle colture agrarie sono del tutto occasionali.

 

Il controllo di Helicoverpa armigera e Pyrrhia umbra risulta alquanto difficoltoso e indirizzato soprattutto nei confronti dei primi stadi giovanili, impiegando formulati commerciali a base di piretroidi, esteri fosforici o Bacilllus thuringiensis (ceppi kurstaki o aizawai), purché registrati almeno contro nottuidi su soia.

A tal fine risulta particolarmente importante effettuare periodici sopralluoghi in campo, anche per valutare l’eventuale presenza delle larve e l’incidenza delle infestazioni.

 

Trattandosi di due parassiti non assoggettati a particolari misure di quarantena, soprattutto nei confronti dei seminativi, le cui infestazioni sono peraltro correlate alle dinamiche di complessi flussi migratori, la possibilità di poter intervenire con misure di indennizzo appaiono veramente difficili.

A tale riguardo si segnala che interventi finanziari a termini della normativa vigente in Regione a fronte di emergenze fitosanitarie prevede:

1.        la predisposizione di specifici piani di intervento per il controllo ed eradicazione che, come detto, non è ipotizzabile;

2.        gli indennizzi si configurerebbero come “aiuti di stato” e, come tali, andrebbero autorizzati a livello comunitario;

3.        le vigenti norme nazionali in materia di avversità prevedono l’intervento pubblico solo a fronte di perdite di Produzione Lorda Vendibile aziendale superiore al 30% (in zone di pianura): tale incidenza non è mai stata verificata, stante la ridotta incidenza della coltivazione della soia in secondo raccolto nei piani aziendali.

 

Considerato il grado delle infestazioni registrate nell’estate appena trascorsa, si renderanno necessari approfondimenti sulla biologia delle due specie e la divulgazione della problematica per pervenire nel tempo a un’adeguata strategia di gestione.